Degustazione di tre etichette – una di Tenuta di Biserno e due di Campo di Sasso – che raccontano la Maremma vista dalle nuove generazioni della famiglia Antinori.
La storia di Tenuta di Biserno parte da lontano. Dagli Antinori, una famiglia di vinattieri dal 1385, che con questo progetto sono riusciti a riunire i tre rami della famiglia. Il progetto Biserno, infatti, prende avvio nel 2001 con i fratelli Lodovico (il genio di Ornellaia e Masseto), Piero (Marchesi Antinori) e Ilaria Antinori assieme al socio Umberto Mannoni. Coinvolto fin da subito, Niccolò Marzichi Lenzi, figlio di Ilaria, che da circa 10 anni gestisce Tenuta di Biserno assieme a Tenuta Campo di Sasso e Tenuta di Collemezzano, diventando l’erede e il protagonista di un passaggio generazionale importante.

vista dall’alto sulla Tenuta di Biserno in Maremma della famiglia Antinori
TRE TENUTE, UNA VISIONE
Tenuta di Biserno. Si estende su 40 ettari e si trova nel Comune di Bibbona, in Alta Maremma, e confina a SUD con lo storico villaggio di Bolgheri. Dislocati a 90 metri sul livello del mare, i terreni sono principalmente alluvionali, argillo-calcarei, ricchi di carbonato di calcio e ciottolosi. I vitigni principalmente coltivati sono cabernet franc, merlot, cabernet sauvignon e petit verdot. L’influenza del mare a pochi passi e la diversa esposizione sono le caratteristiche determinanti per la produzione dei due vini rossi dell’azienda: Biserno e Pino di Biserno, che declinano il territorio in altrettante versioni stilistiche di pregio.
Tenuta Campo di Sasso. Si sviluppa su 56 ettari e si trova a un’altitudine inferiore (a quota 40-60 metri slm) rispetto a Tenuta di Biserno. I terreni sono più sabbiosi e il clima più caldo durante i mesi estivi: queste condizioni sono ideali per la coltivazione di syrah e di vermentino, oltre che di altre varietà di vitigni bordolesi. Qui nascono il rosso Insoglio del Cinghiale e il bianco Occhione.
Tenuta di Collemezzano. È l’ultima realtà entrata da poco a fare parte della galassia Biserno. La Tenuta è composta da circa 15 ettari di vigneto di varietà bordolesi piantate a metà degli anni Novanta, che si estendono lungo il limite settentrionale della Maremma Toscana nelle vicinanze di Bibbona. I vigneti sono posizionati in modo che la prossimità al mare garantisca sempre un flusso d’aria, attenuando di conseguenza anche le temperature, talvolta estreme nel periodo estivo. I terreni sono quelli in cui gli elementi minerali si mescolano alla tessitura di medio impasto con ciottoli, sabbie, limo e argilla. I vini di Tenuta di Collemazzano vedranno la luce tra qualche anno.

vigneti di Tenuta di Biserno in Maremma
FILOSOFIA GREEN E VOCAZIONE ALL’ENOTURISMO
L’impegno verso la sostenibilità è nel Dna dell’azienda. Due le certificazioni raggiunte: ISO 45001 (gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro) ma soprattutto ISO 14000, che racchiude un insieme di norme per le buone pratiche rivolte alla protezione dell’ambiente.
Il Relais Il Biserno è un’antica dimora del Settecento all’interno della tenuta. Confinante con il villaggio di Bolgheri si adagia tra le colline toscane. Realizzato da un’importante squadra di architetti italiani, il relais accoglie gli ospiti in un salone centrale coperto da volte: da qui è possibile accedere a una serie di ambienti raccolti, di grande fascino e stile.
Sono appena quattro le camere disponibili, per un’esperienza esclusiva, immersi nel lusso della semplicità e del savoir faire toscano. La suite, composta da un soggiorno luminoso con due divani e da una camera matrimoniale spaziosa con letto a baldacchino, gode di una vista suggestiva sul mare. Le camere deluxe, invece, sono tutte diverse tra loro per stile, colore, posizione e vista. Alcune di esse sono affrescate con scene della macchia toscana circostante. All’interno del Relais Il Biserno si trova anche uno spazio dedicato alla vendita diretta dei vini, dell’olio e del miele prodotto in tenuta.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Il Pino di Biserno 2021, Toscana Igt – Tenuta di Biserno
Uvaggio: cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e petit verdot
Vinificazione: in acciaio, malolattica in barrique per il 25% della massa
Affinamento: 90% per 12 mesi in barrique (nuove e di secondo passaggio), 10% in acciaio
Centomila bottiglie ottenute da uve coltivate su terreni in parte argillosi, in parte costituiti da conglomerato di Bolgheri. Il sistema d’impianto dei vigneti è a cordone speronato con densità di 6.500 ceppi/ha. Il calice si presenta rosso rubino intenso e il naso è complesso di frutti a bacca rossa e nera, mora, mirtillo, prugna, erbe aromatiche, spezie come il pepe, zenzero e la noce moscata e lievi ricordi boisè. In bocca è pieno e avvolgente, fresco e abbastanza tannico con tannini polverosi e ben integrati. È robusto, fine, armonico ed equilibrato per quanto lontano dalla maturità. Si abbina magnificamente a primi e secondi piatti a base di carne e selvaggina, bollito misto, costolette di agnello, formaggi stagionati e speziati.
Insoglio del Cinghiale 2021, Toscana Igt – Tenuta Campo di Sasso
Uvaggio: syrah, cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e petit verdot
Vinificazione: in acciaio
Affinamento: 40% del volume per almeno 4 mesi in barrique usate, la restante parte in acciaio
Insoglio è il luogo in cui il cinghiale si reca a grufolare e a rotolarsi: questo nome e l’etichetta, dove campeggia l’animale tipico di queste zone, vogliono esprimere l’anima della Maremma. Circa 300mila bottiglie di un vino i cui vigneti in parte argillosi, in parte costituiti da conglomerato di Bolgheri, eccezion fatta per il Syrah, che dimora in terreni più caldi e con prevalenza di sabbia. Un bel rosso rubino, vivace, intenso agli occhi e al naso. Svettano note fruttate, di sottobosco, pepe nero, mirtilli ed erbe aromatiche, con accenni balsamici. Al palato è morbido, fresco, con una trama tannica matura e ben levigata. Vino maturo, robusto, armonico, fine ed equilibrato. Si sposa con primi e secondi piatti a base di carni e selvaggina. Da provare con una pasta al forno, zuppa di legumi o delle costine di maiale.
Occhione 2022, Toscana Igt – Tenuta Campo di Sasso
Uvaggio: 90% vermentino, 10% altre varietà a bacca bianca
Vinificazione: in acciaio a temperatura controllata
L’occhione è una specie protetta di uccello acquatico raro che nidifica nelle dune e nei sabbioni di Marina di Bibbona; in questo caso è il primo vino bianco della tenuta prodotto in un numero limitato di bottiglie (15-20000). I vigneti dimorano su terreni alluvionali di medio impasto con un misto di sabbia e ciottoli. Colore giallo paglierino brillante alla vista, si caratterizza al naso per note spiccatamente minerali, agrumate, frutta tropicale e mela verde, erbe aromatiche e fiori bianchi. In bocca è fresco, fine e armonico, sapido. Intenso e persistente, è un vino di ottima beva. Ottimo in abbinamento a svariate ricette della cucina di mare, a ricche frittate di verdure e formaggi grassi, insaccati e salumi.