Il presidente del Consorzio Vini Valpolicella Marchesini lamenta un calo del 5% della raccolta per la vendemmia 2023, partita da pochi giorni. “Ma abbiamo saputo gestire le difficoltà”.
A causa delle insidie climatiche e fitosanitarie registrate quest’anno sul territorio della Valpolicella, la vendemmia iniziata da pochi giorni potrebbe registrare un calo quantitativo del 5%.
Lo annuncia il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini, che però spiega: “nonostante queste stime, si tratta in ogni caso di una vendemmia di stabilità sul fronte del mantenimento dell’equilibrio del mercato e anche sotto il profilo qualitativo. I produttori, infatti, saranno impegnati ad effettuare la cernita delle uve migliori atte a divenire Amarone. Per il Valpolicella si prospetta un’annata all’insegna della freschezza con una gradazione alcolica più bassa rispetto a quelle precedenti. Una tendenza che sicuramente sarà ben recepita dai consumatori sempre più orientati a vini rossi freschi, fruttati e alcolicamente più leggeri”.
Per quanto riguarda l’andamento, l’ufficio tecnico del Consorzio evidenzia un’annata particolarmente sfidante per i produttori, caratterizzata da un clima altalenante con notevoli variazioni termiche e da emergenze fitopatologiche arginate sia in fase di difesa che preventiva per preservare la qualità delle uve e la salute del vigneto.
La fioritura è stata in linea con la norma e ha mostrato una promettente dotazione produttiva, confermata all’invaiatura.
Sul fronte fitosanitario, la peronospora ha fatto la sua comparsa fin dalle prime settimane di maggio, richiedendo interventi costanti e mirati durante tutta la stagione.
Anche l’oidio si è manifestato in modo diffuso, rappresentando una sfida di gestione aggiuntiva soprattutto per i viticoltori biologici.
È stata, infine, osservata una crescente manifestazione del complesso del mal dell’esca, in gran parte attribuibile a fattori climatici, come l’elevata piovosità estiva, seguita da periodi di siccità e danni causati da eventi atmosferici come la grandine.

l’enologa Graziana Grassini
L’IMPORTANZA DELLE STRATEGIE DIFENSIVE NEL VIGNETO E IN CANTINA
Le incognite climatiche e i problemi fitosanitari oggi possono essere gestiti in diversi modi, come evidenzia Graziana Grassini, enologa che affianca all’attività di consulenza quella istituzionale di membro del Comitato Nazionale Vini e del Comitato Scientifico Onav. “In tempi di cambiamenti climatici – spiega – bisogna innanzitutto porre attenzione alla progettazione e alle gestione del vigneto; alcune scelte mirate possono aiutare i produttori: la combinazione di vitigno e portinnesto, la forma di allevamento, il sesto di impianto e l’orientamento dei filari. Per i vigneti esistenti esistono tecniche che possono rallentare l’accumulo di zuccheri, come la defogliazione alta della chioma, o una potatura invernale particolarmente tardiva facendola inoltre ricadere in un periodo più fresco senza, al tempo stesso, penalizzare la maturazione fenolica ed aromatica”.
E in cantina? Secondo Grassini una possibilità è data “dall’utilizzo di lieviti a bassa resa di alcol etilico come Saccharomyces uvarum, Saccharomyces kudriavzevii e la Candida Zemplinina che possono contribuire a contenere le gradazioni alcoliche. Altre criticità derivano dall’andamento meteorologico nelle ultime fasi della maturazione: in questo caso una risposta può essere investire, quando possibile, su vitigni precoci per garantire di portare uve sane in cantina”.