Vendemmia 2023, Coldiretti: un esercito di 1,5 milioni di persone

di redazione

Secondo Coldiretti per la vendemmia 2023 in Italia sono impiegate nella filiera oltre 1,5 milioni di persone. Produzione in calo del 12% a livello nazionale, ma situazioni diverse a seconda delle aree.

Un “esercito” di 1,5 milioni di persone: sono quelle impiegate nella filiera della vendemmia 2023, tra campo, cantina e distribuzione commerciale, fino alle attività collegate come enoturismo, cosmetica e bioenergie.

È il dato fornito da Coldiretti in base alle stime di Assoenologi, Ismea e Uiv-Unione Italiana Vini.

Mentre si va verso la fine della vendemmia in molte zone d’Italia, si stima una produzione complessiva intorno ai 44 milioni di ettolitri, indice di un calo del 12% sul 2022.

Ma la situazione differisce, a volte non di poco, tra le diverse aree del paese, principalmente per gli effetti del clima e delle problematiche fitosanitarie.

A Piglio, nella terra del Cesanese Docg in Ciociaria, la peronospora ha causato in alcune zone danni severi con perdita produttiva fino al -20%

vigneti in Ciociaria

Ad esempio a Piglio, nella terra del Cesanese Docg in Ciociaria, la peronospora ha causato in alcune zone danni severi con perdita produttiva fino al -20%, al punto che molte aziende hanno chiesto nelle scorse settimane interventi per favorire la ripresa dell’attività economica.

Agli antipodi la situazione del Soave, dove la vendemmia sta portando quantitativi abbondanti.

A tal proposito, Sandro Gini, presidente del Consorzio di Tutela del Soave, denominazione che conta su 6.300 ettari in 13 comuni e 50 mln di bottiglie prodotte l’anno, sottolinea come le condizioni climatiche, diversamente da altre aree, abbiano giocato un ruolo positivo: “da un lato c’è stato un caldo normale, dall’altro, dopo le piogge, si è intervenuti nelle vigne nei tempi giusti e con i metodi migliori per evitare il proliferare della peronospora e dello oidio”.

 

 

 

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