Il Colline Teramane Docg entra nella famiglia dei Vini d’Abruzzo

di Daniele Becchi

Il Colline Teramane Docg entra nella grande famiglia di vini tutelati dal Consorzio Vini d’Abruzzo. Una decisione sostenuta da tutta la filiera, con lo scopo di crescere sui mercati internazionali.

Cambia l’assetto organizzativo della filiera abruzzese, con il Consorzio Colline Teramane che termina l’attività di promozione e tutela a favore del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg e del Controguerra Doc, la cui gestione sarà affidata al Consorzio Vini d’Abruzzo. Una decisione che conclude un percorso durato 20 anni, nel corso dei quali “ciò che iniziò come un sogno è diventato un baluardo di qualità e identità nella regione. Con oltre 600.000 bottiglie prodotte, un incremento del 50% negli ultimi due anni e 172 ettari di vigneto, il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg si è fatto interprete di un terroir unico, incastonato tra il Mare Adriatico e le maestose montagne del Gran Sasso e dei Monti della Laga” afferma Enrico Cerulli Irelli, Presidente del Consorzio Colline Teramane, giunto al suo secondo, e ultimo, mandato.

Una decisione presa “con l’obiettivo di aumentare la produzione, potenziare la promozione e la valorizzazione del nome”, che può favorire lo sviluppo del sistema regionale. Un passaggio win-win per una grande filiera dominata dalla cooperazione, che fa del nome Montepulciano d’Abruzzo il suo cavallo di Troia nei mercati internazionali – da qui la recente querelle legata al nuovo DM etichettatura – dove latitano però nicchie produttive (e geografiche) ad alto valore aggiunto come il Colline Teramane, che si pongano al vertice della piramide qualitativa con il loro messaggio territoriale.

Un rapporto non semplice quello tra le varie produzioni incentrate sul medesimo vitigno, strette tra la opportunità di una promozione congiunta e la necessità di distinguere il rispettivo valore intrinseco, specialmente in un contesto di compressione verso il basso dei prezzi di uve e vino. Il Montepulciano d’Abruzzo deve crescere in valore, e per farlo ha (anche) bisogno di vini, preferibilmente Denominazioni, riconosciute e apprezzate da consumatori e critica. Seguendo l’esempio di altre regioni, in Abruzzo si è deciso di gestire questo rapporto in seno a un unico soggetto, pur garantendo ai rappresentanti del Colline Teramane una sufficiente autonomia decisionale riguardo alle due Denominazioni fin qui tutelate.

Crediamo fermamente che questa sia la direzione giusta – continua Cerulli Irelli – Unirsi al Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, presieduto da Alessandro Nicodemi, significa credere nella collaborazione tra i diversi attori della produzione vitivinicola abruzzese, ciò che in un passato non troppo lontano sarebbe stato inimmaginabile. Una mossa che testimonia l’unità e la visione condivisa tra i produttori della regione”.

Dal canto suo Nicodemi si dichiarada sempre convinto che l’unione faccia la forza. Il Montepulciano d’Abruzzo – con i suoi oltre 100 milioni di bottiglie – è senz’altro il più rappresentativo tra i vini abruzzesi, oltre ad essere tra i primi tre vini doc prodotti in Italia, e questi nuovi ingressi sono certo ci consentiranno di essere ancora più attrattivi sui mercati. La viticoltura regionale sarà ulteriormente rafforzata da questa nuova sinergia e il Consorzio – che con l’introduzione del Modello Abruzzo proprio da questa vendemmia accende i riflettori sulle identità territoriali – con la Docg Colline Teramane e la Doc Controguerra andrà ad arricchire di nuove sfaccettature il racconto dello straordinario territorio e dei vini che ne derivano”.

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