Il Consorzio Tutela Vini Etna Doc ha avviato l’iter per il passaggio della denominazione al gradino più alto, la Docg. Il presidente Cambria: “decisione storica per il nostro territorio”.
Svolta storica per il vino siciliano: il Consorzio Tutela Vini Etna Doc ha deciso di avviare l’iter per ottenere il riconoscimento della Docg per l’intera denominazione etnea.
Il passaggio comporterà anche alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione: per quanto riguarda la tipologia spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare la varietà carricante, oltre a quella già presente, ovvero il nerello mascalese; sarà inoltre possibile produrre la versione pas dosé.
La resa della tipologia Etna rosso con Unità Geografica Aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate in contrade.
Inoltre, nel futuro disciplinare Docg sarà possibile indicare come Unita Geografica aggiuntiva il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
Non cambieranno, invece, i confini complessivi della denominazione etnea, per la quale nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1290,82, suddivisi tra 442 viticoltori.
La produzione, sempre lo scorso anno, è stata di 43.651,09 ettolitri rivendicati a Doc Etna, pari a 5.820.145 di bottiglie.
“Siamo molto felici, si tratta di una decisione importante, direi storica, per tutto il territorio etneo – commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Doc – La scelta è stata fatta all’unanimità dai tanti soci presenti durante l’assemblea, all’interno di un clima di grande collaborazione e partecipazione. Il desiderio, da parte di tutti i produttori della nostra denominazione, è quello che venga definitivamente legittimato, anche attraverso il raggiungimento del gradino più alto della piramide del sistema delle certificazioni di denominazione, il grande lavoro sin qui svolto e il prestigio che ormai il mercato ha riconosciuto ai nostri vini”.
L’iter per il riconoscimento della Docg prevede diversi passaggi prima del raggiungimento dell’obiettivo finale.
“Ci sono alcune prassi che devono essere seguite con grande attenzione da parte del nostro Consorzio – spiega il direttrore Maurizio Lunetta – Presenteremo, prima di tutto, la richiesta alla Regione Sicilia, che valuterà la documentazione e la rappresentatività della denominazione. In seguito, conclusasi questa fase, entrerà in gioco il Comitato nazionale vini Dop e Igp, organo del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Difficile fare previsioni certe, ma pensiamo che tutto l’iter potrebbe durare circa anche meno di due anni”.

il presidente del Consorzio di tuela Vini Etna Doc Francesco Cambria
“Le modifiche che verranno apportate al nuovo disciplinare ci consentiranno di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei nostri vini e di fornire ai consumatori elementi che rendono la nostra produzione ancor più distintiva – conclude il presidente Francesco Cambria – Siamo una denominazione in salute, molto attenta a difendere la specificità della nostra viticoltura, caratterizzata da un meraviglioso patrimonio di vitigni autoctoni, allevati all’interno di un territorio unico come quello rappresentato dal vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna”.