Il Monitor dell’agroalimentare al primo semestre curato da Intesa Sanpaolo evidenzia un comparto in salute. Il distretto del vino (+1,4%) tra i più positivi seppur in calo nel secondo trimestre.
Cresce l’export dell’agroalimentare italiano: nel primo semestre 2023 fa registrare un +5,6% sullo stesso periodo del 2022, superando i 13 miliardi di euro, in controtendenza con i risultati degli altri distretti manifatturieri italiani (-2,9%).
A trainare il comparto, la filiera del vino, prima per valori esportati con 3,3 miliardi nei primi sei mesi e un +1,4%, che tuttavia deriva da un positivo +5% del primo trimestre a cui fa da contraltare una flessione (-1,6%) nel secondo. Questo a causa soprattutto delle vendite verso il mercato statunitense, primo sbocco commerciale per i distretti vitivinicoli, che dopo la buona evoluzione dei primi tre mesi del 2023 (+4,4%) arretrano pesantemente nei successivi tre (-21,6% tendenziale).
Tengono invece le vendite verso Germania (+4,8% nel secondo trimestre dopo il +12,8% del primo; +8,3% nel semestre) e recuperano quelle verso il Regno Unito (da -3,1% a +10% i due trimestri). Degno di nota anche il +26,8% semestrale verso la Francia.
I dati si evincono dal monitor dei distretti agro-alimentari italiani al 30 giugno 2023 curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
LANGHE E CONEGLIANO VALDOBBIADENE SUGLI SCUDI
Tra i distretti vinicoli si segnala la buona tenuta dei vini di Langhe, Roero e Monferrato (+0,7% nel semestre) nonostante il calo del trimestre primaverile (-2,2%) e del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che arretra leggermente nel periodo aprile-giugno (-1,9% tendenziale), ma conserva ancora una performance positiva nel semestre (+4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022).
Tra i distretti in calo, i vini del veronese in leggero regresso anche nel secondo trimestre (-1,2% dopo il -1,7% del primo trimestre), mentre si fa più pesante il bilancio per i vini dei colli fiorentini e senesi, che già avevano chiuso il primo trimestre dell’anno con un -1,6%, a cui si aggiunge il -12,8% del secondo trimestre (-7,8% nel semestre).
Per la vendemmia del 2023, si prospetta invece, a livello complessivo, un’annata tra le più scarse degli ultimi anni, in calo (secondo le ultime stime) del 12% rispetto al 2022, a causa del ritorno delle principali patologie della vite favorite dalle piogge primaverili, in primo luogo il fungo della peronospora.
Tuttavia, la di qualità si presenta eccellente per molte importanti denominazioni.
La performance complessiva dei distretti dell’agroalimentare italiano, che si somma allo sprint del primo trimestre 2023 (+ 9,5%) include tuttavia anche un significativo effetto prezzo (+9% circa l’incremento dei prezzi all’export stimato per gli oltre 50 distretti monitorati).
Le esportazioni verso i principali mercati di destinazione confermano inoltre la Germania primo acquirente (+7,9%), seguita da Stati Uniti (-2,9%) e Francia (+12,3%).

il vino traina l’export agroalimentare italiano
GLI ALTRI DISTRETTI: BENE PASTA E DOLCI, SOFFRE L’AGRICOLTURA
La filiera della pasta e dolci supera i 2,1 miliardi di euro (+10,1%) mentre risulta in contrazione la filiera dei distretti agricoli che chiude il semestre con un risultato poco sotto i 2 miliardi di euro di esportazioni (-2,8%).
Buon risultato della filiera delle conserve, che raggiunge 1,5 miliardi di euro (+15,4%) e dinamica positiva anche per la filiera delle carni e dei salumi, con oltre 1,2 miliardi di euro di esportazioni.
La filiera del lattiero-caseario rallenta ma resta in positivo (+4%), mentre i distretti del caffè realizzano nel complesso 700 milioni di euro di vendite all’estero (+8,6%).
Se quella olearia chiude il semestre in incremento del 4,1%, nella filiera del riso i due distretti che la compongono continuano a crescere sui mercati esteri (Vercelli +24,1% e Pavia +16,7%).
Pressoché stabile infine il distretto dell’ittico del Polesine e del Veneziano che si attesta a +2,3% nella crescita delle esportazioni.
“I segnali che arrivano dall’agroalimentare italiano sono positivi e confermano che la qualità del made in Italy è apprezzata a livello internazionale” sottolinea Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo.