Allarme enoturismo

di redazione

Donatella Cinelli Colombini dipinge un preoccupante quadro del futuro prossimo delle aziende di settore.


Il Coronavirus sta uccidendo anche un pezzo di economia, specialmente quella turistica. A sostenerlo è Donatella Cinelli Colombini, che guarda al futuro del settore con preoccupazione crescente. Ad avviso della manager italiana le enormi limitazioni agli spostamenti e ai contatti personali, che verosimilmente ci accompagneranno per tutto il 2020, mineranno infatti un business che a livello globale vale 1.300 miliardi di euro e impiega decine di migliaia di addetti.

Se è vero che quest’anno ogni Paese cercherà di tenere i cittadini nei propri confini nazionali, si preannunciano grandi difficoltà per territori come Langhe, Chianti e Valpolicella, che nel tempo hanno costruito una raffinata offerta enoturistica. Ad aggravare ancor più la situazione la particolare natura del settore, che oltre a non poter sviluppare attività di delivery si troverà costretto a ingenti investimenti utili ad allontanare lo spettro del contagio, con conseguente chiusura dell’attività.

Per comprendere meglio l’entità dei problemi legati Coronavirus è sufficiente ricordare che, in Italia, esistono 25.000 aziende enologiche aperte al pubblico, di cui 5-8.000 organizzate per l’hospitality. Qui trovano lavoro circa 30.000 dipendenti stagionali addetti all’enoturismo, oltre al personale a tempo indeterminato e ai membri delle famiglie produttrici. A sua volta il contraccolpo economico generato dalla mancata vendita diretta è stimabile in 2-2,5 miliardi di euro, che costituiscono una liquidità importante e una fonte di guadagno con marginalità nettamente più alta rispetto ai normali canali commerciali.

Come messo in evidenza da Roberta Gribaldi nei suoi Rapporti sul turismo enogastronomico in Italia e dalle Città del Vino con l’Osservatorio diretto dal professor Giuseppe Festa, il turismo del vino comprende inoltre un’articolata serie di consumi. Si presume infatti che per un euro speso nell’acquisto di bottiglie il visitatore ne paghi altri cinque nelle zone del vino per mangiare, dormire, fare shopping di specialità tradizionali o partecipare a eventi, corsi, degustazioni e altre occasioni di intrattenimento.

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