Scarsa quantità ma ottima qualità per la Doc Orcia

di redazione

La piccola Denominazione toscana in linea con il trend nazionale, con cali del prodotto raccolto che in alcune aziende associate hanno raggiunto anche il 25%.

Ripartire dal buono e il bello che abbiamo, sembra essere questo lo slogan dell’Italia delle eccellenze, messe a dura prova dalla pandemia. E la vendemmia non è certo un’eccezione: un raccolto più contenuto rispetto al 2019 ma con una qualità che lascia ben sperare per la ripartenza futura del vino italiano.

I dati nazionali, elaborati da Assoenologi, Ismea e UIV-Unione Italiana Vini, parla di una produzione complessiva di vino e mosto di 46,6 milioni di ettolitri, con una lieve flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019. In questo quadro la Toscana, tra le regioni vinicole più prestigiose d’Italia, è quella che ha registrato la contrazione più importante nella raccolta, pari al -21%, seguita da Sicilia (-20%), Umbria e Lazio (-10%).

Trend questo confermato anche dalla Doc Orcia, per la quale si registra una vendemmia scarsa in termini di volumi, con cali anche del -25% rispetto alle rese medie, ma giudicata all’unanimità ottima in termini di qualità. Al momento della raccolta i grappoli erano sani nonostante le difficoltà stagionali determinate dalla siccità estiva e dalla successiva piovosità, con buoni parametri organolettici. C’è da aspettarsi quindi che ne nasceranno vini di grande impatto gustativo e grande piacevolezza, con aromi complessi e fini.

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